Il T erzo Segreto e il problema della falsa obbedienza







di Padre Nicholas Gruner Introduzione

Sono molto grato per l’opportunité che mi è stata data di poter scrivere su quest’argomento. Sarebbe opportuno che anche altre pubblicazioni Cattoliche si aprissero alla ricerca della verità in merito a quello che, nell’ambiente post-conciliare, viene considerato l’argomento più “politicamente scorretto” che esista: il Messaggio di Fatima ed il suo legame con l’attuale crisi che coinvolge la Chiesa ed il mondo.
L’argomento di questo articolo è l’evidente volonté di occultamento di un testo del Terzo Segreto di Fatima, il quale costituirebbe la spiegazione, e pertanto accompagnerebbe, la visione del “Vescovo vestito di bianco” pubblicata il 26 giugno 2000 con l’approvazione (elemento alquanto curioso) del Segretario di Stato Vaticano. Non è compito di questo articolo, tuttavia, evidenziare tutti gli elementi e tutte le prove a sostegno di ciô - quegli stessi che hanno portato il giornalista Cattolico Antonio Socci (il cui scopo, inizialmente, era quello di confutare l’esistenza di quel testo) ad “arrendersi all’evidenza”, per usare le sue parole, ed arrivare alla conclusione (la stessa cui erano giunti coloro che inizialmente egli aveva liquidato come “Fatimiti”) che l’esistenza di “una parte del Segreto non ancora rivelata e considerata indicibile, è certa.”[1]
A beneficio del lettore, ho allegato a questo articolo un riassunto dei motivi e dei fatti principali che eliminano qualsiasi ragionevole dubbio sul fatto che, come dice Socci, “esiste una parte esplosiva del ‘Terzo Segreto di Fatima’, ma è ben nascosta...” Pubblicando un libro che sostanzialmente accusa il Segretario di Stato Vaticano di aver occultato le parole stesse della Madre di Dio, Socci ha davvero contribuito a scrivere la storia.
Piuttosto che esaminare le molteplici prove dell’esistenza di questo testo nascosto, questo articolo esaminerà uno degli più grandi ostacoli al compimento degli ordini contenuti nel Messaggio di Fatima: la falsa obbedienza. Permettetemi un breve riassunto del contesto in cui è sorto tale ostacolo.

Il ruolo della falsa obbedienza nella crisi post-conciliare

Sin dal Concilio Vaticano II, la Chiesa ha visto crearsi una frattura senza precedenti tra due fazioni in guerra, ciascuna arroccata sulle proprie impenetrabili posizioni. L’emergere di queste due fazioni è il risultato diretto del cosiddetto “nuovo orientamento” della Chiesa che ha fatto seguito al Concilio - si trattava di un miraggio, ovviamente, ma tale da aver provocato molti e terribili danni alla Chiesa Cattolica. La stessa esistenza di una distinzione, mai vista prima, tra Cattolici “Novus Ordo” e Cattolici “tradizionalisti” ci fa capire come le “riforme” del Vaticano II abbiano causato all’interno della Chiesa un “quasi-scisma” di proporzioni disastrose.
Per chiarezza, i “tradizionalisti” sono semplicemente i Cattolici che non hanno voluto cambiare, mentre i capeggiatori del Novus Ordo difendono le novità introdotte negli ultimi quarant’anni come se fossero dogmi di Fede definiti infallibilmente - nonostante il fatto che lo stesso Papa Benedetto XVI abbia smascherato la totale falsità di questo assunto, dichiarando che l’antica Messa non “è mai stata abrogata” e che il suo uso da parte di qualsiasi sacerdote all’interno della Chiesa “è stato sempre permesso”.
L’imposizione alla Chiesa di queste novità - e, con esse, l’opposizione “ufficiale” al Messaggio di Fatima - è dipesa proprio da un falso principio di obbedienza all’autorità ecclesiastica. Fu proprio lo stesso Papa Benedetto, quando era ancora il Cardinale Ratzinger, a confutare questa erronea teoria:
Il Papa non è un monarca assoluto la cui volontà è legge, ma piuttosto il custode dell’autentica Tradizione, e perciô il primo garante dell’obbedienza... Per cui, per quanto concerne la Liturgia, ha il compito di un giardiniere, e non quello di un tecnico che costruisce nuove macchine e butta quelle vecchie.[2]
Con questa affermazione, il Cardinale Ratzinger commentava un concetto affermato persino dal nuovo Catechismo: e cioè che “neppure l’autorità suprema nella Chiesa puô cambiare la liturgia a sua discrezione, ma unicamente nell’obbedienza della fede e nel religioso rispetto del mistero della liturgia.”[3] (CCC n. 1125, pag. 256)
Ciô che è vero per il Papa - ovvero che il suo potere e la sua autorità sono limitate dall’obbedienza alla fede - è ancor più vero per tutti i suoi sottoposti. Eppure tra le fila di questi ultimi, in quest’epoca post-conciliare, l’obbedienza alla fede è stata largamente rimpiazzata dall’obbedienza all’autorità gerarchica, a loro uso e consumo. Il positivismo (la mia volontà è legge) ed il nominalismo (ciô che voglio è giusto perché lo voglio io) hanno invaso la Chiesa, facendo in modo che gli abusi della gerarchia venissero coperti in virtù dell’obbedienza, che ormai sembra essere diventata l’unica e sola virtù su cui insistono le autorità ecclesiastiche.


Non è una coincidenza il fatto che quest’invasione della Chiesa da parte del positivismo e del nominalismo coincida con “l’invasione della Chiesa da parte del pensiero secolare”, come lamentato da Paolo VI - anche se troppo tardivamente, poiché “l’apertura al mondo” aveva già cominciato ad infliggere danni incalcolabili, ed il “fumo di satana” (anch’esso tardivamente lamentato) era già entrato nella Chiesa attraverso quelle “fessure” che il Papa aveva notato solo dopo che il fumo stesso era già entrato.
La vera obbedienza è quella verso la Fede
Ovviamente, ciô che è valido per la liturgia è valido per qualsiasi altro aspetto della Chiesa: l’obbedienza alla fede è superiore all’obbedienza verso gli uomini, e superiore anche dell'obbedienza nei confronti del Papa stesso, come l’attuale Pontefice ha osservato. Fu il primo Papa, Pietro, a ricordarcelo: “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini.” (Atti, 5:29)
Tutta l’autorità proviene infatti dall’autorità divina, perché se non vi fosse Dio, non vi sarebbe alcun presupposto su cui un uomo potrebbe ergersi e affermare la propria autorità su un’altra persona; esisterebbero solo diversi “contratti sociali” basati sul “consenso”. Tutta l’autorità terrena, sia secolare - quella del genitore, del poliziotto, fino a quella del governo - sia ecclesiastica - partendo dal sacerdote, passando per il prelato e arrivando infine al Papa - deriva, in ultima analisi, dall’autorità divina. Tutti coloro che esercitano una qualche autorità, persino quella pontificia, devono esercitarla in conformità al volere divino. E tutti coloro che obbediscono a una qualsiasi autorità devono obbedire innanzitutto a quella divina.
L’errore principale nel concetto moderno di autorità è quello di non riconoscere il dovere all’obbedienza assoluta verso l’autorità di Dio come superiore all’obbedienza nei confronti di qualsiasi autorità umana. Questo è alla base del disordine morale, politico e sociale dei nostri tempi. E questo stesso caos, come denunciato tardivamente da Paolo VI, ha infettato persino l’elemento umano della Chiesa, producendo la situazione paradossale in cui l’esigenza di rispettare “l’autorità” va contro le basi stesse dell’unica, vera autorità: quella divina sull’uomo.
Poiché tutta l’autorità proviene da Dio, noi obbediamo agli uomini solo e unicamente perché la loro autorità si basa in ultima analisi su quella del Signore. Questa obbedienza, laddove non vada contro la legge di Dio, è in realtà un atto di giustizia, un dare agli altri, e a Dio in primo luogo, ciô che è dovuto. Ma il Signore non dà a nessun uomo l’autorità di impartire un ordine che contravvenga ai comandi e ai precetti da Lui Stesso fornitici, come quelli contenuti nei Dieci Comandamenti o nel Vangelo, che costituisce la “legge positiva” di Cristo Re. Ne consegue che nessun uomo abbia il diritto di obbedire ad un ordine simile.
Per di più, tutta l’autorità in terra è limitata dalla giustizia. Neanche il Papa dispone di un’autorità illimitata, perché i suoi limiti provengono dalla Rivelazione, dalle Scritture, dalla Tradizione e dagli insegnamenti autentici dal Magistero Ordinario ed Universale, nonché da quello Straordinario con le sue definizioni dogmatiche. 


L'obbedienza alla fede ed il Messaggio di Fatima

Sant’Agostino ha detto che “Dio è ordine”, per questo esiste una gerarchia d’autorità. E il comando dell’autorità superiore - quando rientra nell’ambito della propria giurisdizione - ha precedenza su quello dell’autorità inferiore. Esiste una gerarchia tra gli angeli, tra gli esseri in natura e tra le autorità della Chiesa Cattolica. L’autorità della Madonna, dopo quella del Suo Figlio Divino, è la più alta autorità nella Chiesa e nel mondo. Bisogna ricordare che la Beata Vergine Maria, in quanto Regina del Cielo e Madre di tutti gli esseri umani, ha realmente un’autorità materna e regale su ciascuno di noi, su ciascun membro della razza umana, ed in particolare su ogni          Cattolico, inclusi
tutti i sacerdoti, vescovi, Cardinali e infine lo stesso Pontefice.
Il 13 ottobre 1917 la Regina del Cielo e della Terra ha ordinato al sole di danzare, e persino il sole Le ha obbedito. E cosi devono fare tutti i Suoi figli, a prescindere dalla posizione che ricoprano all’interno della gerarchia Ecclesiastica. Il Messaggio di Fatima, con i suoi precetti per la Chiesa, è esattamente questo: un esercizio dell’autorità della Madonna sulla Chiesa intera, incluso il Papa. Ed è impossibile che l’Immacolata e sempre Vergine Madre di Dio, che possiede la visione beatifica in modo unico ed ineguagliabile, possa abusare della Propria autorità. Pertanto, quando la Madonna ordina, noi dobbiamo obbedirLe. Persino il Papa deve obbedirLe.
Per questo motivo, obbedire al Messaggio di Fatima, cioè obbedire alla Madre di Dio, vuol dire obbedire alla fede, una cosa doverosa anche e sopratutto per il Papa, e che ci impone di agire sopra ogni cosa per la fede e la salvezza delle anime. Questo mi porta ad esaminare il significato del Terzo Segreto in particolare, e la sua relazione col problema della falsa obbedienza.
L’obbedienza alla fede in contrapposizione alla falsa obbedienza in relazione al Terzo Segreto
Sappiamo con certezza che il testo mancante del Terzo Segreto - quello che è “ben nascosto” all’interno del Vaticano - riguarda le famose parole pronunciate dalla Madonna e trascritte da Suor Lucia nelle sue Quarte Memorie: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della Fede ecc.” Inoltre, grazie alle dichiarazioni di un Padre Gesuita austriaco di nome Joseph Schweigl, che nel 1952 era stato inviato in missione da Papa Pio XII ed aveva interrogato Suor Lucia riguardo ai contenuti del Terzo Segreto, sappiamo che il Segreto:
“consta di due parti: la prima riguarda il Papa. L’altra, logicamente -
anche se non posso dire niente - sarebbe la continuazione delle parole: ‘In
Portogallo si conserverà sempre il dogma della Fede.’”[4]


Sappiamo quindi che il testo mancante comprendente la seconda parte del Terzo Segreto, che è tuttora nascosto, contiene preziose parole della Madonna, al posto delle quali Suor Lucia aveva scritto il suo “ecc”.
Ma il Segretario di Stato del Vaticano, Cardinale Bertone, continua a sostenere la storiella secondo cui la visione “di difficile decifrazione”[5] del “Vescovo vestito di bianco”, che ha ricevuto tutta una serie di diverse interpretazioni, è tutto cià che c’è nel Terzo Segreto di Fatima. Bertone si è palesemente e testardamente rifiutato di chiedere a Suor Lucia una spiegazione su quel fondamentale “eccetera”, malgrado ne avesse avuto più di un’occasione nel corso dei cinque anni di controversie e scetticismo - relativi alla completezza della pubblicazione del Vaticano - sorti da quando la visione venne pubblicata nel 2000, fino alla morte di Lucia avvenuta nel 2005. O forse gliela chiese, ed è in possesso di un’importante informazione che ha ritenuto opportuno non divulgare.
Tuttavia, i partigiani di una falsa e cieca obbedienza all’autorità ci suggeriscono oggi di dimenticare le parole pronunciate dalla Madre di Dio perché un funzionario del Vaticano le ha giudicate non importanti. Uno di questi è Antonio Borelli Machado,[6] di Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP), che si definisce un paladino della Madonna di Fatima, e che ha dichiarato che le parole racchiuse da quell’importantissimo “eccetera” “rimarranno per sempre un mistero inesplicabile” e che “è un grave disappunto non essere stati in grado di risolvere il problema di quell’‘eccetera’, ma dobbiamo convivere con questo fatto concreto ed ineludibile”. Davvero? E perché mai?
Secondo Borelli, la risposta è: solo e semplicementeperché l’ha detto un’autorità ecclesiastica umana. Ma tale autorità, che tra l’altro non ha alcun potere in materia, è il Segretario di Stato del Vaticano, cioè una creazione dell’uomo e non di Dio, che non fa parte assolutamente della costituzione divina della Chiesa. Ricordiamoci che Pio XI fece a meno di tale ufficio durante il suo pontificato!
Fu all’epoca in cui era Segretario di Stato sotto Pio XI, che il futuro Pio XII fece queste affermazioni profetiche e sconvolgenti:
Sono preoccupato per i messaggi della Beata Vergine a Lucia di Fatima. Questo insistere di Maria riguardo ai pericoli che minacciano la Chiesa è un avvertimento divino contro l’atto suicida di alterare la Fede nella Sua Liturgia, la Sua Teologia e la Sua anima... Sento tutto intorno a me questi innovatori che desiderano smantellare la Sacra Cappella, distruggere la fiamma universale della Chiesa, rigettare i suoi ornamenti e farla sentire in colpa per il suo passato storico.
Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato negherà il proprio Dio, quando la Chiesa dubiterà come dubità Pietro. Sarà allora tentata di credere che l’uomo è diventato Dio. Nelle nostre chiese, i Cristiani cercheranno invano la lampada rossa dove Dio li aspetta. Come
Maria Maddalena, in lacrime dinanzi alla tomba vuota, si chiederanno:
“Dove Lo hanno portato?”[7]
Sembra più che probabile che la catastrofe prevista dal Cardinale Pacelli sia stata predetta molto dettagliatamente dalla Vergine di Fatima, e questa profezia si celerebbe dietro a quel problematico “eccetera”. Ma i partigiani della falsa obbedienza insistono nell’affermare che dobbiamo dimenticarci della faccenda, perché cosi desidera il Cardinale Bertone e cosi desiderano tutti coloro che in realtà non hanno alcuna autorità per nascondere una qualsiasi parte del Messaggio di Fatima.
Allo stesso modo queste persone pretendono una cieca e falsa obbedienza verso le autorità umane, quando queste ci ordinano - o sembrano ordinarci - di smettere di inviare suppliche al Santo Padre[8] per la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato, l’unico strumento indicato dalla Madonna di Fatima per ottenere la pace nel mondo e la salvezza delle anime dei nostri tempi. Questi individui si comportano cosi solo perché un’autorità umana ha deciso di sostituire quanto richiesto dalla Regina del Cielo. Invece della Consacrazione della Russia, infatti, abbiamo avuto una consacrazione del mondo e “di tutte le genti” la cui celebrazione avvenne nel 1984. Il Papa, seguendo i suoi fin troppo fallibili consiglieri umani, evitô di menzionare in alcun modo la Russia per paura di offendere i Russi Ortodossi e violare in tal modo il protocollo “ecumenico”.[9] Il Papa - la cui stessa vita, apparentemente, era stata salvata dalla Vergine, come dichiarato pubblicamente proprio da lui nel 1982 a Fatima - consacrô quindi il mondo e “tutte le genti” proprio perché non sembrasse che fosse la Russia ad essere consacrata. Egli fu indotto ad agire in questo modo per evitare di offendere degli uomini, ma nel farlo si allontanô da ciô che la Madonna aveva richiesto. Successivamente, come riportato dall’ Osservatore Romano, egli affermô di “aver fatto tutto ciô che era possibile nelle circostanze concrete.”[10]
Sulla base di una “consacrazione della Russia” nella quale era stata deliberatamente omessa proprio la parola “Russia”, un’autorità umana (e non si trattava del Papa, ma di un funzionario Vaticano, l’allora Arcivescovo Bertone) dichiarô, in concomitanza della pubblicazione della visione nel 2000, che “ogni discussione perciô ed ogni ulteriore petizione [per la Consacrazione della Russia] sono senza fondamento”[11] “Ogni discussione ed ogni ulteriore petizione”! Addirittura una persona del Vaticano, che non ha alcuna reale autorità sulla questione, ci “impone” di evitare persino di discutere delle parole con le quali la Madonna, in veste di Madre della Chiesa, indicô alla Chiesa come salvare le anime e come ottenere la pace nel mondo. Dobbiamo stare zitti!
Non solo, con quella dichiarazione “ufficiale” riceviamo “l’ordine” di non esercitare più il nostro sacrosanto diritto di ottenere una decisione definitiva e vincolante sulla vicenda da parte del Papa, diritto che è stato sancito e definito dal Secondo Concilio di Lione e dal Concilio Vaticano Primo. Come puô pretendere di impartire un “ordine” del genere, se non abusando di un’autorità che non gli è propria?
Il Messaggio di Fatima non potrà mai essere nascosto
Per rispondere alle giustificate rimostranze dei fedeli, che non sarebbero rimasti “in silenzio”, l’8 ottobre 2000 la burocrazia Vaticana offri un altro surrogato umano per sostituire ciô che era stato richiesto dalla Madre di Dio: un “affidamento” a Maria, celebrato dal Papa, verso praticamente tutto e tutti su questa terra, ad eccezione della Russia. Questo idea di un “affidamento”, che si contrapponeva alla consacrazione richiesta dalla Madonna, non fu altro che un “emendamento” all’ordine impartito dal Cielo, al fine di adattarsi alle posizioni di certe autorità umane, secondo le quali la consacrazione di qualsiasi cosa al Cuore Immacolato sarebbe da considerarsi teologicamente insostenibile. Questo disprezzo nei confronti della Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria non è altro che un disprezzo per gli eventi di Fatima in generale, da parte di chi sostiene il “nuovo orientamento” della Chiesa e al tempo stesso un desiderio di farla finita con Fatima, una volta per tutte. Ovviamente, tutto questo mentre fanno finta di trattare Fatima con serietà e considerazione, in modo da far contenti i “semplici fedeli”, come piace loro definirli.
Ciononostante, non sono affatto riusciti a farla finita con Fatima, perché il Messaggio di Fatima proviene da Dio. Papi dopo Papi hanno confermato il carattere soprannaturale delle apparizioni e del Messaggio di Fatima in particolare. Persino Papa Benedetto XVI - che aveva prestato il suo nome (quando era ancora Cardinale Ratzinger) alla campagna della Segreteria di Stato per persuadere i fedeli che gli eventi di Fatima “appartengono ormai al passato”[12] - ha cambiato opinione ed ha iniziato a parlare di Fatima come di un messaggio del Cielo che indica eventi futuri, in cui trionfo e tragedia sono egualmente probabili. A Betlemme, nel 2009, Papa Benedetto si è riferito al Trionfo del Cuore Immacolato come un evento che deve ancora accadere:
Tu hai promesso ai tre bambini di Fatima: “Alla fine, il Mio Cuore Immacolato trionferà”. Che cosi avvenga! Che l’amore trionfi sull’odio, la solidarietà sulla divisione e la pace su ogni forma di violenza! Possa l’amore che hai portato a Tuo Figlio insegnarci ad amare Dio con tutto il nostro cuore, con tutte le forze e con tutta l’anima. Che l’Onnipotente ci mostri la Sua misericordia, ci fortifichi con il Suo potere, e ci ricolmi di ogni bene (cfr Lc 1,46-56).
Papa Benedetto XVI ha quindi implicitamente rifiutato l’assurda pretesa dell’“ autorità umana” secondo la quale la cerimonia del 1984 avesse rappresentato la “Consacrazione della Russia”[13] richiesta dalla Madonna, e ciô che vediamo attualmente in Russia (una dittatura neo-Stalinista in cui statisticamente avvengono tre aborti per ogni donna) e nel mondo moderno (ormai al collasso morale, spirituale, sociale, politico ed economico) sia il Trionfo del Cuore Immacolato che Ella aveva promesso una volta consacrataLe la Russia.
Come disse una volta uno scrittore Cattolico, il motivo per cui il Messaggio di Fatima sembra sempre spuntare a galla come un sughero sott’acqua è che esso proviene dal Signore. Quello che alcuni uomini, abusando della propria autorità, cercano di nascondere - Fatima - torna a galla con più forza di prima, e anche il Papa frustra i tentativi di nasconderne il Messaggio.
“Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”. (Luca, 19:40). Cosi rispose Gesù ai Farisei che Gli chiedevano di rimproverare i Suoi discepoli che stavano proclamando: “Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore.” I Farisei, che avrebbero presto orchestrato l’esecuzione proprio di quel Messia che essi stessi e tutti i Giudei stavano aspettando da secoli, provarono prima con un compromesso di comodo: obbedisci a noi, i tuoi superiori gerarchici. Rimani in silenzio, come ti chiediamo, e ti lasceremo in pace.
Ma il silenzio non era possibile; perché nessuno puô far tacere il Signore. Se ciascuno dei discepoli fosse stato intimidito e ridotto al silenzio da quell’abuso di autorità dei Farisei, le pietre stesse che erano a terra avrebbero predicato il Vangelo in loro vece. E guai a coloro che avevano consigliato il silenzio in virtù dell’obbedienza all’autorità umana. Poco dopo questo incontro coi Farisei, raggiunta Gerusalemme, Gesù emise il Proprio terribile giudizio su coloro che non volevano ascoltare il Vangelo:
Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata” (cfr. Luca, 19:40-43).
La stessa cosa avviene col Messaggio di Fatima, che contiene “la via della pace, ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi” - ovvero, dagli occhi di quelle stesse persone che avrebbero il dovere di ascoltarlo e divulgarlo a tutti, proprio come i Farisei che pretendevano il silenzio dai discepoli che avevano il dovere di ascoltare e seguire il Messia.
Ovviamente, con questo non sto dicendo che il Messaggio di Fatima equivalga al Vangelo, ma piuttosto che è il Vangelo stesso ad obbligare la Chiesa a considerare Fatima come un’autentica profezia: “Non estinguete lo Spirito, non disprezzate le profezie.”[14] Perché come ci ricorda San Tommaso, Dio invia i Suoi profeti in ogni epoca “non certo per rivelarci una nuova dottrina, ma per indirizzare le azioni umane.”[15]
Il Messaggio di Fatima è stato consegnato alla Chiesa precisamente per indirizzare le azioni umane durante i nostri tempi: la Consacrazione della Russia e le devozioni dei Primi cinque Sabati, che includono la Comunione di Riparazione, il compiere sacrifici per i peccatori e la fervente recita del Rosario. Quali maggiori credenziali di carattere profetico possiamo avere se non quelle della Madre di Dio e del Miracolo del Sole - il più grande miracolo pubblico sin dai tempi della Resurrezione - che Ella ci concesse, in risposta a coloro che osavano metterLa in discussione, affinché “potessero vedere e credere”?
Lasciatemi dire, in tutta franchezza, che siamo tutti vittime di un abuso di autorità da parte di certi ecclesiastici che disprezzano la profezia di Fatima (vale a dire, l’intero Messaggio di Fatima), malgrado i Papi stessi abbiano riconosciuto l’obbligo che essa pone sulla Chiesa. Ecco una spiegazione al riguardo, data da Papa Giovanni Paolo II nel 1982 a Fatima, nel luogo stesso dove avvennero le apparizioni. Il Papa in persona dichiarô le stesse cose che io ho ripetuto oggi, e cioè che il dovere di obbedire a Fatima proviene dal Vangelo e dalle Tradizione sacra, le due fonti della Rivelazione:
L’appello della Signora del Messaggio di Fatima è cosiprofondamente radicato nel Vangelo e in tutta la Tradizione, che la Chiesa sente che il Messaggio pone un obbligo su di essa.[16] (13 maggio 1982, Fatima)
Antonio Socci lo ha scritto egregiamente nel suo libro, nel quale giustamente accusa l’infedele autorità umana di nascondere parte del Terzo Segreto ed impedire la Consacrazione della Russia: “L’evento ‘Fatima’ ha ricevuto da parte della Chiesa - che in genere è molto cauta nei riguardi dei fenomeni soprannaturali - un riconoscimento senza eguali nella storia della Cristianità ... È veramente impossibile - dopo tutto questo - continuare a parlare di ‘rivelazione privata’ e di importanza relativa del Messaggio.”[17]
E a questo punto, non posso non ricordare il fatto rimarchevole che Papa Benedetto XVI, dopo aver ricevuto il libro di Socci - che costituisce un’accusa contro l’autorità umana per questo abuso del proprio potere, similmente ai Farisei - nei confronti del giornalista stesso ebbe parole di ringraziamento, per “i sentimenti che lo hanno suggerito”; queste parole del Papa, come afferma Socci in un suo articolo, furono fonte di “conforto di fronte agli insulti e alle scomposte accuse” lanciategli contro da Bertone.[18]
Il dovere di rifiutare la falsa obbedienza riguardo a Fatima
Cosa dobbiamo fare, quindi? Dobbiamo comportarci come fecero i discepoli quando vennero obbligati all’obbedienza falsa ed immorale: bisogna rispettosamente, ma fermamente, rifiutarsi di obbedire.[19] Come insegna San Tommaso, abbiamo il diritto e persino il dovere di disobbedire a certi ordini dei capi della Chiesa, per gli stessi motivi per i quali non siamo costretti ad obbedire in tutto e per tutto agli ordini del potere secolare.
Per prima cosa, come dice San Tommaso, “la Carità è una virtù più grande dell’obbedienza.”[20] La salvezza delle anime è la più grande tra le carità. La Madonna
disse: “Se ciô che vi chiedo verrà fatto, molte anime saranno salvate e vi sarà la pace.” (13 luglio 1917). Inoltre, come la Chiesa insegna e professa da sempre, la salvezza delle anime è la prima legge della Chiesa (Canone 1752). Pertanto, il Messaggio di Fatima rientra nell’ambito della prima legge della Chiesa, quella alla quale tutte le altre leggi della Chiesa devono conformarsi.
In secondo luogo, è una questione di buon senso - e nessuno puô dire di avere più buon senso di San Tommaso - il fatto che neanche i capi della Chiesa abbiano ricevuto dal Signore un’autorità che possa spingerli oltre quella che è propria del loro incarico, come ha invece fatto il Segretario di Stato nei confronti di Fatima. Allo stesso modo, nessuna autorità della Chiesa puô pretendere l’obbedienza ad un ordine ingiusto o contrario al bene comune della Chiesa, alla stessa legge divina, o persino al semplice bene comune di una persona, laddove ne risultassero danni ingiustificati. Ad esempio, se addirittura il Papa stesso impartisse a tutti i Cattolici l’ordine di dormire d’ora in avanti sul pavimento come atto di penitenza, un fedele potrebbe tranquillamente ignorarlo sulla base del fatto che esso recherebbe un danno inutile e ingiustificato al benessere e alla necessità umana di dormire.
In terzo luogo, come insegna San Tommaso, esistono tre tipi di obbedienza: quella sufficiente alla salvezza; quella perfetta, o sovrabbondante; e infine quella che egli definisce “obbedienza indiscriminata”, cioè quella di chi obbedisce anche a ordini di per sé illegittimi. L’obbedienza indiscriminata è contraria alla legge di Dio e, pertanto, non dovremmo mai concederla. Si tratta, molto semplicemente, di un vero e proprio peccato.
Persino in riferimento ai religiosi professi, i quali, all’interno della Chiesa, hanno il massimo dovere d’obbedienza, San Tommaso insegnava che un religioso è costretto ad obbedire al proprio superiore solamente in relazione a quelle cose che appartengono al suo ordine religioso. Questa limitata obbedienza è sufficiente ad ottenere la salvezza. Se un sottoposto desiderasse obbedire anche in altre questioni, egli mostrerebbe una sovrabbondanza nella virtù dell’obbedienza. Ma tale sovrabbondante obbedienza non deve essere “contraria a Dio o alla regola che si professa, perché in questo caso sarebbe illegittima.”[21] Ripeto: San Tommaso insegna che, persino per un religioso professo sotto il più stretto voto d’obbedienza, sarebbe illegittimo obbedire ad un ordine contrario al Signore o alla regola che egli professa dinanzi a Dio.
Se obbedissimo all’ordine di rimanere in silenzio, proveniente da chi disprezza la profezia della Madonna di Fatima, allora anche noi disprezzeremmo quella profezia, andando contro ciô che ci dice il Vangelo, e quindi contro Dio Stesso. Inoltre, andremmo contro tutto ciô che professiamo, in quanto Cattolici, al momento del Battesimo e della Cresima: le regole della Fede, che ci obbligano a non disprezzare le profezie e a rifiutarsi di seguire chi lo fa. Seguire chi disprezza le profezie costituisce, infatti, la peggiore disobbedienza possibile - in quanto vorrebbe dire seguire l’uomo anziché Dio, cosa che ci condurrebbe alla distruzione sicura, non meno di quanto accadde a Gerusalemme; è la stessa Madonna di Fatima a confermarcelo: “Se le Mie richieste verranno esaudite, la Russia si convertira, e vi sarà la pace; altrimenti, essa [la Russia] diffonderà i suoi errori in tutto il mondo, causando guerre e persecuzioni contro la Chiesa. I buoni verranno martirizzati, il Santo Padre soffrirà molto; diverse nazioni verranno annientate.”
Crediamo a questa profezia o no? Se ci crediamo, come in effetti è nostro dovere, allora il silenzio o la passività dinanzi a questi tentativi di alterarla o di nasconderla non costituiscono un’opzione, e neanche un modo di esplicare un distorto senso del dovere verso “l’obbedienza”, bensi un vero e proprio peccato di omissione. Il nostro dovere, pertanto, non è quello di obbedire a chi vorrebbe farla finita con Fatima, ma, al contrario, è quello di pregare incessantemente, di supplicare e di pretendere, con tutto il rispetto, che il volere umano ceda il passo a quello divino, che il Terzo Segreto di Fatima - un prezioso messaggio di avvertimento per la Chiesa e per il mondo intero - venga rivelato interamente, e che la Russia venga infine consacrata al Cuore Immacolato di Maria.
Le conseguenze da affrontare
Quali saranno le conseguenze per i prelati che continuano ad ignorare ciô che la Madonna di Fatima ha comandato? È semplice: la piena responsabilità, dinanzi a Nostro Signore, alla Beata Vergine e ai fedeli tutti, per il castigo che ne risulterà per colpa della loro disobbedienza. Ho esaminato tutte le implicazioni di questa responsabilità in un altro
mio articolo. Qui mi limiterô a ricordare l’esempio del Re di Francia. Se il Re di Francia non fosse stato soggetto all’obbedienza verso il Sacro Cuore di Gesù, quando, il 17 giugno 1689, tramite Santa Margherita Maria, gli venne dato l’ordine di consacrare la Francia al Sacro Cuore, allora non vi sarebbe stata alcuna giustificazione al castigo in cui incorse il suo successore, Luigi XVI, il 17 giugno 1789 (100 anni esatti dalla data di quell’apparizione), quando il Terzo Stato spogliô il re della sua autorità, autonominandosi Assemblea Nazionale e dando inizio alla Rivoluzione Francese, che avrebbe portato all’esecuzione dello stesso Re Luigi nel 1793.
Allo stesso modo, se il Papa ed i vescovi non fossero strettamente legati all’obbedienza verso la Beata Vergine Maria e le Sue richieste trasmesse loro nel Messaggio di Fatima, allora il castigo per il Papa ed i vescovi - predetto nella visione del “vescovo vestito di bianco” che viene giustiziato da un gruppo di soldati tra le rovine di una città semi-distrutta - non potrebbe essere giustificato sulla base della loro disobbedienza nel consacrare la Russia o nel rivelare il Terzo Segreto nella sua totalità.
Eppure, è proprio una mancanza di obbedienza da parte del Re, nel primo caso, e da parte del Papa e dei vescovi, nel secondo, ad invocare su di loro un castigo divino. Durante l’apparizione di Rianjo, fu lo Stesso Nostro Signore a dire a Lucia: “Fai sapere ai Miei ministri, dato che continuano a seguire l’esempio del Re di Francia nel ritardare l’esecuzione del Mio comando, che anch’essi lo seguiranno nella sciagura.”
Se il Papa desidera seguire dei fallibili consiglieri anziché la Madre di Dio, allora, come il Re di Francia, anch’egli dovrà pagarne il prezzo. Allo stesso modo, se anche i vescovi - per via della loro pigrizia, della loro ribellione o dei falsi consigli - persistono nell’ostacolare il compimento di quegli imperativi imposti da Fatima a tutta la Chiesa, allora si ritroveranno davvero in mezzo alla rovine della città, in cima a quella collina in di cui parla la visione, a fianco del “vescovo vestito di bianco” che viene giustiziato poco prima che essi lo seguano nella sua stessa sorte.
Possa il Signore avere pietà di tutti noi! Perché se non compiamo quella parte di dovere che è propria di ciascuno di noi in base ai nostri compiti nella Chiesa, allora condivideremo la responsabilità di quel castigo, perché non saremo stati in grado di riconoscere il nostro momento di grazia e di perdono, cioè il momento della nostra “visitazione” (Luca 19:43), che purtroppo sta velocemente volgendo al termine. Come il Vangelo - o meglio, per via del Vangelo - il Messaggio di Fatima andrebbe gridato ai quattro venti. Non devono essere le pietre per terra, ma i Cattolici di tutto il mondo a proclamare il Messaggio di Fatima, fino al momento in cui i suoi imperativi divini non saranno stati ascoltati e messi in atto da coloro che guidano la Chiesa, i quali, essendosi allontanati dalla retta via, l’hanno portata in questo stato di crisi senza precedenti. Solo allora la Chiesa ed il mondo saranno in grado di evitare quel destino che ci è già stato preannunciato dal più grande di tutti i profeti dopo lo Stesso Gesù: Sua Madre Immacolata, Mediatrice di tutte le grazie, anche quella di Fatima.


APPENDICE[22]
Trentatré fatti che dimostrano l’esistenza di un secondo testo pertinente al Terzo Segreto di Fatima, contenente le parole della Vergine che spiegano la visione già pubblicata del “vescovo vestito di bianco”.
1.      Suor Lucia ha rivelato che un testo del Segreto era stato scritto sotto forma di lettera indirizzata al Vescovo di Leiria; eppure, il testo della visione pubblicato dal Vaticano non è scritto sotto forma di lettera.
2.      Coloro che hanno letto il Segreto hanno evidenziato il fatto che esso parla di una futura apostasia all’interno della Chiesa, ma il testo della visione pubblicato dal Vaticano non ne fa alcuna menzione.
3.      La Madonna aveva chiaramente altro da aggiungere alla sua importante dichiarazione: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede ecc”; quell’eccetera chiaramente preludeva a qualcos’altro, e cioè all’altra parte del Terzo segreto; eppure, il testo della visione pubblicato dal Vaticano non contiene alcuna parola della Madonna.
4.      La Madonna fornisce una spiegazione persino per l’ovvia visione dell’inferno contenuta nella prima parte del Grande Segreto, eppure ci viene chiesto di credere che non esista assolutamente alcuna spiegazione da parte Sua riguardante il testo della visione contenuta nella terza parte, cioè il Terzo Segreto. Ci chiedono di credere a questa falsità, malgrado diversi studiosi abbiano dimostrato che tale spiegazione deve esistere per forza, perché le relative “interpretazioni” sono in conflitto l’una con l’altra, e la Madonna non avrebbe mai potuto desiderare una Chiesa eternamente divisa dalle interpretazioni sul significato della visione.
5.      Padre Schweigl, inviato da Pio XII ad interrogare Suor Lucia, rivelô che il Terzo Segreto consta di due parti: una riguardante il Papa, e l’altra “logicamente - anche se non posso dire niente - sarebbe la continuazione delle parole ‘In Portogallo si conserverà sempre il dogma della Fede ecc.’”. Eppure, il testo della visione pubblicato dal Vaticano non contiene quella continuazione logica delle parole della Madonna.
6.      Il comunicato stampa lanciato dal Vaticano nel 1960, che annunciava la decisione di tenere nascosto il Terzo Segreto, definisce quel testo nascosto come “la lettera” che “non sarà mai aperta”, contenente “le parole che la Madonna confidô sotto forma di segreto ai tre pastorelli...”; eppure, il testo della visione non è scritto come una lettera e non contiene alcuna parola confidata dalla Vergine sotto forma di segreto.
7.      Il Cardinale Ottaviani, che aveva letto il Segreto e l’aveva avuto in custodia dopo che Papa Pio XII aveva ordinato che fosse portato in Vaticano nel 1957, rivelô che esso era scritto su di “un unico foglio di carta” e conteneva 25 righe di testo, recanti “ciô che la Madonna le aveva detto [a Suor Lucia] di riferire al Santo Padre...”; eppure, il testo della visione è di 62 righe, ed in esso la Vergine non dice assolutamente nulla a Suor Lucia.
8.      Il Cardinale Bertone ha ammesso che Ottaviani avesse affermato che si trattava categoricamente di “un testo di 25 righe”, e non è mai stato in grado di confutare questa testimonianza, ma ha offerto solo un insostenibile e patetico “tentativo” di spiegazione, secondo il quale “forse [!]” Ottaviani si era “sbagliato”.
9.      Durante i pontificati di Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI, e perlomeno all’inizio del pontificato di Giovanni Paolo II, un testo del Terzo Segreto era custodito all’interno dell’appartamento del Papa; tuttavia, la “versione ufficiale” del Cardinale Bertone parla unicamente di un testo presente negli archivi del Sant’Uffizio.
10.  Giovanni XXIII lesse un testo del Segreto che era di cosi difficile comprensione da richiedere una traduzione dal portoghese all’italiano; ma l’anno seguente lesse anche un altro testo, che comprese perfettamente senza bisogno di alcuna traduzione.
11.  Il testo della visione non contiene alcuna espressione portoghese particolarmente difficile da comprendere.
12.  Esistono due diverse traduzioni in italiano del Segreto: una preparata per Giovanni XXIII, e l’altra preparata nel 1967, nessuna delle quali è stata mai mostrata al pubblico.
13.  Tre diversi Papi (Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II), nel corso dei loro rispettivi pontificati, lessero i testi del Terzo Segreto in due anni differenti; eppure, la “versione ufficiale” di Bertone tace misteriosamente su ognuna di queste “seconde” letture.
14.  Visto che Bertone continuava ad affermare che Giovanni Paolo II non avesse letto alcun testo del Segreto fino al 1981, quando è stato messo sotto pressione da parte di chi gli chiedeva quale testo del Terzo Segreto Giovanni Paolo II avesse letto nel 1978, il Cardinale prima è stato evasivo, poi ha risposto meramente che “secondo la sua opinione”, Giovanni Paolo II non aveva letto un testo nel 1978. Eppure sarebbe stato semplicissimo stabilire se la sua “opinione” fosse o meno veritiera: poteva semplicemente consultare le innumerevoli fonti a propria disposizione, tra le quali lo stesso Pontefice. Si tratta di una evidente omissione da parte di Bertone, il quale evidentemente sapeva bene che quella notizia era vera e che la sua “opinione” era falsa.


15.  L’Arcivescovo Capovilla, segretario personale di Giovanni XXIII, confermô che il testo del Segreto custodito nell’appartamento pontificio era contenuto all’interno del “plico Capovilla”, sull’esterno del quale (sotto dettatura di Giovanni XXIII) egli aveva scritto il suo nome, i nomi di tutti i funzionari ecclesiastici che ne avevano letto i contenuti, ed il giudizio espresso da Papa Giovanni, secondo il quale egli avrebbe “lasciato ad altri la decisione di commentare o di decidere” cosa fare del testo stesso.
16.  Il 27 giugno 1963, due anni prima rispetto alla data “ufficiale” in cui avrebbe letto il Terzo Segreto, Papa Paolo VI apri il plico Capovilla, che era stato recuperato dalla scrivania di Giovanni XXIII detta “Barbarigo”, ne lesse i contenuti, chiese a Capovilla delucidazioni a proposito delle note scritte sull’esterno della busta, infine la sigillô nuovamente e non parlô mai più della questione con Capovilla.
17.  Quando, nel 2006, Solideo Paolini chiese a Mons. Capovilla se esistevano due differenti buste e quindi due differenti testi del Terzo Segreto - il “plico Bertone” ed il “plico Capovilla” - Capovilla fece un’ammissione rispondendo con queste parole: “Per l'appunto!”
18.  Capovilla non ha mai ritrattato le sue affermazioni a Paolini, malgrado abbia avuto tutte le opportunità per farlo.
19.  Bertone non ha mai chiesto a Capovilla di negare ciô che aveva dichiarato a Paolini; piuttosto, ha scrupolosamente evitato persino di menzionare Paolini.
20.  Bertone si è rifiutato di mostrare al pubblico il “plico Capovilla” che era stato aperto e risigillato da Paolo VI, malgrado alla fine abbia dovuto ammetterne l’esistenza.
21.  Spinto da un’opinione pubblica sempre più pressante, nel corso della trasmissione televisiva Porta a Porta Bertone ha rivelato che di fatto esistono due buste identiche sigillate appartenute a Lucia, entrambe recanti sull’esterno la scritta “per ordine espresso della Madonna”, che si riferisce all’ordine secondo il quale i contenuti non dovevano essere rivelati prima del 1960. Bertone ha rivelato tutto questo malgrado il fatto che nel corso dei 7 anni precedenti avesse continuato ad affermare falsamente che esisteva solamente una busta, e che Lucia gli aveva “confessato” di non aver mai ricevuto alcun ordine specifico della Vergine che collegasse il Segreto al 1960 e ne proibisse l’apertura prima di quella data.
22.  Durante la medesima puntata di Porta a Porta, il Cardinale Bertone ha mostrato una terza busta di Lucia, senza sigilli ed indirizzata al Vescovo da Silva, che - insieme alla busta esterna del Vescovo - fa si che in totale ci siano quattro buste! E vogliono farci credere che tutte queste buste erano state create per contenere un solo testo del Segreto?
23.  Eppure, quando nel 1957 il Vescovo ausiliario Venâncio mise controluce la busta esterna del Vescovo da Silva, egli vide una sola busta al suo interno, e fu in grado di prendere le misure sia di quella busta interna sia dell’unico foglio di carta in essa contenuto; quest’ultimo conteneva circa 20-25 righe di testo, proprio come avrebbe testimoniato il Cardinale Ottaviani.
24.  Le misure della busta e del foglio di carta prese dal Vescovo Venancio sono completamente differenti rispetto a quelle rivelate da Bertone durante la puntata di Porta a Porta.
25.  Lo stesso Bertone, solo qualche settimana prima di apparire in televisione a Porta a Porta, aveva pubblicato il suo libro L ’Ultima Veggente di Fatima, in cui rivelava che nell’aprile 2000 Suor Lucia aveva “autenticato” in sua presenza dei fogli di carta (al plurale) riguardanti il Segreto; eppure, durante Porta a Porta, Bertone ha mostrato solamente un foglio, che conteneva il testo della visione.
26.  Ne L ’Ultima Veggente di Fatima Bertone ha inoltre rivelato l’esistenza di un’altra busta esterna, non di Lucia, recante la dicitura “Terza parte del Segreto”; questa lettera non è mai stata mostrata al pubblico.
27.  Messo alle strette dalle sempre più numerose prove dei suoi tentativi di insabbiare la vicenda, Bertone ha adottato una diversa strategia: fare ripetutamente riferimento ad un testo “autentico” del Segreto, alla busta “autentica” che lo contiene e all’“unico foglio che esiste negli archivi del Sant’Uffizio”; eppure egli sa benissimo che invece la controversia sta tutta nel testo e nella busta presenti all’interno dell'appartamento del Papa. Questo suo comportamento sembra avvalorare la tesi (riportata da Socci) che forse Bertone considera il secondo testo del Segreto come “non autentico”.
28.  Chiamato da Bertone a testimoniare, il Vescovo di Fatima Seraphim, che a quanto pare nell’aprile 2000 avrebbe assistito all’incontro tra Bertone e Suor Lucia (durante il quale quest’ultima avrebbe autenticato il testo della visione), ha usato un’espressione ancora più tendenziosa, dichiarando che “il Segreto di Fatima è stato rivelato in maniera autentica ed integrale”, evitando di affermare semplicemente che il Terzo Segreto di Fatima era stato rivelato interamente e che niente era stato omesso.
29.  In una registrazione audio di un loro secondo incontro, l’Arcivescovo Capovilla rivela a Solideo Paolini che esiste “un allegato” al testo della visione; questo allegato non è mai stato divulgato.
30.  Bertone non ha mai negato l’esistenza di questo “allegato”, malgrado il quotidiano Il Giornale ne avesse pubblicizzato l’esistenza e avesse dichiarato che esso “confermerebbe la tesi dell’esistenza di un secondo foglio contenente l’interpretazione del Segreto”.
31.  Bertone non ha mai posto a Suor Lucia o all’Arcivescovo Capovilla neanche una singola domanda che andasse veramente al cuore di questi problemi, che egli sa benissimo essere alla base della controversia. In particolare, ha evitato come la peste di fare qualsiasi domanda su quell’“eccetera”, sul testo presente nell’appartamento del Papa, sulla testimonianza di Solideo Paolini riguardante le ammissioni dell’Arcivescovo Capovilla, sul plico Capovilla - mai mostrato in pubblico - e sulla misteriosa ed improvvisa apparizione in scena di una moltitudine di buste di cui non si era mai sentito parlare.
32.  Ad oggi, il Vaticano non ha rilasciato nessuna ritrattazione o risposta ufficiale alle devastanti accuse contenute nel libro di Socci; eppure, in quel libro, Socci arriva addirittura ad accusare il Cardinale Bertone di nascondere deliberatamente le parole pronunciate dalla Madre di Dio!
33.  Al contrario, Papa Benedetto XVI ha inviato a Socci una nota riguardante il suo libro, in cui lo ringraziava “per i sentimenti che l’hanno suggerito”, e non il minimo accenno al fatto che il libro potesse essere in errore.
Bibliografia: Per coloro che desiderassero approfondire maggiormente gli argomenti trattati in questo articolo, raccomando i seguenti scritti: Christopher A. Ferrara, Il Segreto ancora nascosto (2009), disponibile anche nella versione originale inglese nonché in portoghese, spagnolo e francese (2010); Padre Paul Kramer, La Battaglia finale del diavolo (seconda edizione, 2010); la lunga risposta a Antonio Borelli della TFP, “Friendly Reflections?” (2010, attualmente in corso di traduzione) ed il suo riassunto, “Friendly Reflections? A Summary of the Critique” (2010); Padre Nicholas Gruner e altri esperti di Fatima, World Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope (1988); e Padre Joseph de Sainte-Marie, O.C.D., “REFLECTIONS on the Act of Consecration at Fatima of Pope John Paul II on 13th May 1982” (“Riflessioni sull’atto di Consacrazione di Giovanni Paolo II a Fatima, il 13 maggio 1982”) pubblicato su Marianum (Roma: Ephemerides Mariologiae, 1982), Annus XLIV, Fasc. I-II, N. 128, pagg. 88-142. Vedi inoltre Padre Joseph de Sainte-Marie, O.C.D., “The Church’s Duty in the Face of the Fatima Message” (“Il dovere della Chiesa alla luce del Messaggio di Fatima”), pubblicato su The Fatima Crusader, N. 9-10 (ottobre-dicembre 1982), pagg. 9-10; Vescovo Rudolph Graber, “Why this Pall of Silence Regarding Fatima?” (“Perché questo velo di silenzio su Fatima?”, pubblicato su The Fatima Crusader, N. 19 (febbraio-aprile 1986), pagg. 4-5; e (riguardo alla nota n. 4) Padre Paul Kramer, The Suicide of Altering the Faith in the Liturgy (2006).

Tutti gli articoli ed i libri summenzionati sono disponibili presso il Centro di
Fatima – Associazione Madonna di Fatima onlus; alcuni sono disponibili anche sui nostri siti internet: http://www.secretstillhidden.com (The Secret Still Hidden, in inglese); http://www.ilsegretoancoranascosto.it (Il Segreto ancora nascosto, in italiano); http://www.osegredoporrevelar.pt  (O  Segredo  por  revelar,  in  portoghese); http://www.elsecretotodaviaocultado.es (El  Ssecreto todavia ocultado, in spagnolo); http://www.devilsfinalbattle.com (La battaglia finale del diavolo) [seconda edizione del 2010 in fase di  preparazione]; http://www.Fatima.org/news/newsviews/ferraraexpose.pdf
http://www.fatima.it/news/newsviews/newsviews072110.pdf 18 (“Friendly  Reflections?”);  http://www.fatimaperspectives.com/ts/perspective602.asp  (“Friendly  Reflections?  A  Summary  of  the Critique”); http://www.worldenslavementorpeace.com (World Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope); http://www.fatimacrusader.com/cr09/cr09pg09.asp (“The Church’s Duty in the
Face of the Fatima Message”); http://www.fatimacrusader.com/cr19/cr19pg04.asp (“Why this Pall of Silence Regarding Fatima?”); http://www.alteringliturgy.com (The Suicide of Altering the Faith in the Liturgy).

Note:

[1] Antonio Socci, Il Quarto Segreto di Fatima (Milano: Rizzoli, 2006), pagg. 172-173.
[3] Il Concilio di Trento, Sessione 7, Canone 13, “Sui Sacramenti in generale”, definisce che nessun pastore di alcun rango - nemmeno il Papa - puô cambiare la Liturgia e introduire nuovi riti Liturgici. Ecco le parole del Canone 13: “Se qualcuno afferma che i riti tramandati e approvati dalla Chiesa Cattolica, soliti ad essere usati nell’amministrazione solenne dei sacramenti, possano essere disprezzati o tralasciati a discrezione di chi amministra il sacramento senza peccato, o cambiati da qualsivoglia pastore di chiese con altri nuovi riti: sia anatema.”
[4] Frère Michel de la Sainte Trinité, The Whole Truth About Fatima - Vol. III: The Third Secret (Buffalo: Immaculate Heart Publications, 1990, ristampato nel 2001, edizione in lingua inglese), pag. 710; vedi anche Toute la vérité sur Fatima: Tome III, Le Troisième Secret (1942 - 1960) (edizione in lingua francese), pag. 476.
[5] Cosi è stato definito dal Cardinale Ratzinger ne Il Messaggio di Fatima, pag.32.
[6] Per una risposta esaustiva alle “amichevoli riflessioni” di Antonio Borelli Machado sul Terzo Segreto di Fatima, vedi la replica di Christopher A. Ferrara, “Friendly Reflections?” (su internet: http://www.Fatima.org/news/newsviews/ferraraexpose.pdf). Versione Italiana in fase di traduzione.
[7] Ibid., pag. 53.
[8] Ciascun fedele della Chiesa Cattolica ha il diritto, definito dogmaticamente dal Secondo Concilio di Lione e dal Concilio Vaticano Primo, di appellarsi al Santo Padre in materie pertinenti alla giurisdizione ecclesiastica. Vedi Dz. 466 (D.S. 861), Dz. 1830 (D.S. 3063) e Dz. 1831 (D.S. 3064).
[9] Vedi Inside the Vatican, novembre 2000
[10] L’Osservatore Romano, 19 maggio 1982
[11]   Il Messaggio di Fatima (2000), “Introduzione”. http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/ documents/rc_con_cfaith_doc_20000626_message-Fatima_it.html
[12]    Il Messaggio di Fatima (2000), “Commento teologico”.
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/ rc_con_cfaith_doc_20000626 _message-Fatima_it.html
[13]   Il 25 marzo 1984, anche Papa Giovanni Paolo II confutô quest’assurda pretesa, affermando dopo la consacrazione: “Illumina specialmente i popoli di cui tu aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento”, come riportato nell’edizione del 26-27 marzo de L ’Osservatore Romano. Vedi la riproduzione fotografica di quel quotidiano ne La Battaglia Finale del Diavolo, di Padre Paul Kramer (seconda edizione attualmente in ristampa - Roma, Associazione Madonna di Fatima onlus, 2010), Appendice I; cfr. La Battaglia Finale del Diavolo, prima edizione (2004) pag. 274. Vedi inoltre la riproduzione fotografica dell’articolo de L ’Osservatore Romano che riporta parole simili pronunciate dal Papa durante una preghiera pubblica avvenuta tre ore dopo, in La Battaglia Finale del Diavolo, Seconda edizione, volume singolo, sezione fotografica, pag. XVI; volume doppio, pag. 287.
[14] 1 Tess. 5:19-22
[15] Summa Theologica, II-II, Q. 174, Art. 6
[16] Per una spiegazione più dettagliata (oltre a questo articolo) del motivo per il quale la Chiesa è obbligata ad obbedire alla Madonna di Fatima, vedi i miei vari articoli sull’argomento, tra i quali: “Il Messaggio di Fatima pone un obbligo sulla Chiesa” (http://www.worldenslavementorpeace.com/e5cp2.asp - in lingua inglese); “I vescovi devono obbedire alla Madonna di Fatima” (http://www.worldenslavementorpeace.com/e5cp3.asp - in lingua inglese) e “La pace nel mondo dipende dai Vescovi Cattolici e da voi” (http://www.worldenslavementorpeace.com/e5cp5.asp). Questi articoli sono contenuti nel libro World Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope, pagg. 84-111, 117-134 (in lingua inglese).
[17] Antonio Socci, Il Quarto Segreto di Fatima (Milano: Rizzoli, 2006), pag. 17. Vedi inoltre Padre Nicholas Gruner e altri esperti di Fatima, “La Chiesa (ovvero i Fedeli, i Vescovi, il Papa) hanno l’obbligo di obbedire alle richieste della Madonna”, World Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope, Sezione V, pagg. 83-157 (lingua inglese).
[18] Antonio Socci, “Caro Cardinal Bertone: Chi - tra lei e me - mente sapendo di mentire? E lasciamo perdere la Massoneria...”, http://www.antoniosocci.com/2007/05/caro-cardinal-Bertone-chi-e’—fra-me-e- lei—che-mente-sapendo-di-mentire-e-lasciamo-stare-la-massoneria.../
[19] Anche i Padri della Chiesa San Roberto Bellarmino, Suarez e Torquemada insegnano unanimemente l’obbligo di resistere ad un ordine che sia contrario al bene comune della Chiesa.
[20] Summa Theologicae, II-II, Q. 104, Art. 3
[21]    Summa Theologicae, II-II, Q. 104, Art. 5.
[22]    Christopher A. Ferrara, “Friendly Reflections?” su www.fatima.org/news/newsviews/ferraraexpose.pdf
[23]   Antonio Socci, Il Quarto Segreto di Fatima (Milano: Rizzoli, 2006), pagg. 172-173.
[25]   Il Concilio di Trento, Sessione 7, Canone 13, “Sui Sacramenti in generale”, definisce che nessun pastore di alcun rango - nemmeno il Papa - può cambiare la Liturgia e introdurre nuovi riti Liturgici. Ecco le parole del Canone 13: “Se qualcuno afferma che i riti tramandati e approvati dalla Chiesa Cattolica, soliti ad essere usati nell’amministrazione solenne dei sacramenti, possano essere disprezzati o tralasciati a discrezione di chi amministra il sacramento senza peccato, o cambiati da qualsivoglia pastore di chiese con altri nuovi riti: sia anatema.”
[26]   Frère Michel de la Sainte Trinité, The Whole Truth About Fatima - Vol. III: The Third Secret (Buffalo: Immaculate Heart Publications, 1990, ristampato nel 2001, edizione in lingua inglese), pag. 710; vedi anche Toute la vérité sur Fatima: Tome III, Le Troisième Secret (1942 - 1960) (edizione in lingua francese), pag. 476.
[27]   Così è stato definito dal Cardinale Ratzinger ne II Messaggio di Fatima, pag.32.
[28]   Per una risposta esaustiva alle “amichevoli riflessioni” di Antonio Borelli Machado sul Terzo Segreto di Fatima, vedi la replica di Christopher A. Ferrara, “Friendly Reflections?” (su internet: http://www.Fatima.org/news/newsviews/ferraraexpose.pdf). Versione Italiana in fase di traduzione.
[29]    Ibid., pag. 53.
[30] Ciascun fedele della Chiesa Cattolica ha il diritto, definito dogmaticamente dal Secondo Concilio di Lione e dal Concilio Vaticano Primo, di appellarsi al Santo Padre in materie pertinenti alla giurisdizione ecclesiastica. Vedi Dz. 466 (D.S. 861), Dz. 1830 (D.S. 3063) e Dz. 1831 (D.S. 3064).
[31]   Vedi Inside the Vatican, novembre 2000
[32] L’Osservatore Romano, 19 maggio 1982
[33]   Il Messaggio di Fatima (2000), “Introduzione”. http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/ documents/rc_con_cfaith_doc_20000626_message-Fatima_it.html
[34]    Il Messaggio di Fatima (2000), “Commento teologico”.
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/ rc_con_cfaith_doc_20000626 _message-Fatima_it.html
[35]   Il 25 marzo 1984, anche Papa Giovanni Paolo II confutò quest’assurda pretesa, affermando dopo la consacrazione: “Illumina specialmente i popoli di cui tu aspetti la nostra consacrazione e il nostro affidamento”, come riportato nell’edizione del 26-27 marzo de L’Osservatore Romano. Vedi la riproduzione fotografica di quel quotidiano ne La Battaglia Finale del Diavolo, di Padre Paul Kramer (seconda edizione attualmente in ristampa - Roma, Associazione Madonna di Fatima onlus, 2010), Appendice I; cfr. La Battaglia Finale del Diavolo, prima edizione (2004) pag. 274. Vedi inoltre la riproduzione fotografica dell’articolo de L Osservatore Romano che riporta parole simili pronunciate dal Papa durante una preghiera pubblica avvenuta tre ore dopo, in La Battaglia Finale del Diavolo, Seconda edizione, volume singolo, sezione fotografica, pag. XVI; volume doppio, pag. 287.
[36] 1 Tess. 5:19-22
[37] Summa Theologica, II-II, Q. 174, Art. 6
[38] Per una spiegazione più dettagliata (oltre a questo articolo) del motivo per il quale la Chiesa è obbligata ad obbedire alla Madonna di Fatima, vedi i miei vari articoli sull’argomento, tra i quali: “Il Messaggio di Fatima pone un obbligo sulla Chiesa” (http://www.worldenslavementorpeace.com/e5cp2.asp - in lingua inglese); “I vescovi devono obbedire alla Madonna di Fatima” (http://www.worldenslavementorpeace.com/e5cp3.asp - in lingua inglese) e “La pace nel mondo dipende dai Vescovi Cattolici e da voi” (http://www.worldenslavementorpeace.com/e5cp5.asp). Questi articoli sono contenuti nel libro World Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope, pagg. 84-111, 117-134 (in lingua inglese).
[39] Antonio Socci, Il Quarto Segreto di Fatima (Milano: Rizzoli, 2006), pag. 17. Vedi inoltre Padre Nicholas Gruner e altri esperti di Fatima, “La Chiesa (ovvero i Fedeli, i Vescovi, il Papa) hanno l’obbligo di obbedire alle richieste della Madonna”, World Enslavement or Peace... It’s Up to the Pope, Sezione V, pagg. 83-157 (lingua inglese).
[40] Antonio Socci, “Caro Cardinal Bertone: Chi - tra lei e me - mente sapendo di mentire? E lasciamo perdere la Massoneria.”, http://www.antoniosocci.com/2007/05/caro-cardinal-Bertone-chi-e’—fra-me-e- lei—che-mente-sapendo-di-mentire-e-lasciamo-stare-la-massoneria.../
[41] Anche i Padri della Chiesa San Roberto Bellarmino, Suarez e Torquemada insegnano unanimemente l’obbligo di resistere ad un ordine che sia contrario al bene comune della Chiesa.
[42] Summa Theologicae, II-II, Q. 104, Art. 3
[43]    Summa Theologicae, II-II, Q. 104, Art. 5.
[44]    Christopher A. Ferrara, “Friendly Reflections?” su www.fatima.org/news/newsviews/ferraraexpose.pdf

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